Quando ci si appresta ad aprire un mutuo, ci si trova davanti a un dilemma: è meglio il tasso fisso o quello variabile?
Come avviene in molte altre situazioni, non è possibile dare una risposta univoca a questa domanda in quanto è necessario prendere in considerazione una serie di fattori che potrebbero rendere, di volta in volta e per soggetti differenti, più conveniente l’uno piuttosto che l’altro.
Molto dipende dall’evolversi del panorama socio-economico nel corso del tempo e per tutta la durata del mutuo. Infatti, mentre il tasso d’interesse del mutuo a tasso fisso rimane invariato per tutta la durata del finanziamento, quello a tasso variabile può aumentare, certo, ma anche diminuire, a seconda dell’evolversi della situazione.
Da cosa dipende il tasso d’interesse
Ancora prima di esaminare a fondo le due tipologie di mutuo e di valutare quale sia la più conveniente per il proprio caso specifico, dobbiamo capire che cos’è esattamente il tasso di interesse e chi lo stabilisce.
Il tasso di interesse è quella percentuale che chi presta denaro riceve in aggiunta rispetto al denaro prestato e che, come diretta conseguenza, chi riceve il denaro deve pagare in più.
Non si tratta di una percentuale arbitraria, stabilita a caso dalla banca di riferimento, ma viene influenzato dalle decisioni prese dalla Banca Centrale Europea, nota come BCE, la quale applica un preciso tasso di interesse al denaro fornito alle varie banche. Il valore del tasso d’interesse viene calcolato in base agli obiettivi di crescita economica e al livello di inflazione.
Oltre al tasso di riferimento della BCE, a entrare in gioco, in particolare quando si parla di mutuo a tasso variabile, è l’Euribor, l’Euro Inter Bank Offered Rate, il quale identifica il tasso medio delle transizioni intercorrenti tra le varie banche europee.
Negli ultimi tempi, i tassi fissi hanno vissuto un forte aumento e, contemporaneamente, i tassi variabili hanno iniziato a salire, seppure più lentamente.
Mutuo a tasso fisso
Scegliere un mutuo a tasso fisso significa legarsi per tutta la durata del mutuo a un tasso d’interesse che non subirà alcun cambiamento, né in positivo né in negativo. Questo significa che, anche nel caso in cui il tasso fisso generale dovesse subire, nei successivi mesi, un ribasso, chi ha firmato un contratto con il tasso attuale non potrà usufruire della nuova percentuale ribassata.
Allo stesso tempo però, in caso di ulteriore aumento del tasso fisso, chi ha già un finanziamento in essere non vedrà aumentare le rate mensili a causa di un rialzo degli interessi.
Mutuo a tasso variabile
Il mutuo con tasso variabile può essere più rischioso rispetto al tasso fisso; questo però non significa né che sia meno conveniente né che lo sia di più.
Il rischio insito in questo tipo di tasso d’interesse riguarda le oscillazioni dell’Euribor; infatti, pur accendendo un mutuo in un momento particolarmente favorevole, nel caso in cui il valore medio del denaro scambiato tra le banche europee aumentasse, anche l’ammontare delle rate mensili subirebbe un aumento. Di contro però, laddove l’Euribor scendesse, anche le rate mensili diminuirebbero.